Restando sul piano delle emozioni voglio parlare con voi di granularità emotiva.
La Psicologa canadese Lisa Feldman Barrett studiò le esperienze emotive di moltissime persone e scoprì che la maggior parte di loro utilizzavano termini generici per descrivere il proprio stato emotivo: triste, arrabbiato, impaurito.
Altre persone invece usavano un linguaggio più articolato e figure retoriche: mi sento fragile come il cristallo.
Insomma la granularità emotiva e quindi l’abilità della persona di descrivere e vivere le emozioni “su misura” sembra dare al nostro cervello degli strumenti più precisi per reagire alle sfide della vita.
Bilanciare le emozioni facilita le strategie di coping e la resilienza.
Insomma il cervello si attiva e risponde alle emozioni dando più o meno energia.
Tuttavia il modo in cui ci raccontiamo le esperienze emotive ha un effetto su quanto intensa sia tale attivazione e quindi su quanta energia andremo a consumare.
La granularità emotiva e quindi la capacità di raccontare e descrivere in modo granulare un’emozione permette di calibrare la reazione del cervello e quindi la nostra. Andremo a risparmiare energia e a vivere meglio.
Tale granularità ci permetterà di calibrare la risposta emotiva alla situazione. Questo risparmio ci potrà portare ad immaginare strategie di reazione differenti rispetto a quelle distruttive orientate all’impotenza.
Passerai da essere spettatore della tua vita ad esserne al timone, proprio grazie alla granularità emotiva.
Grazie Lisa Feldman Barrett!