Il termine latino “libido” o “desiderio” ha diverse accezioni in Psicanalisi: per Freud è quella spinta di energia vitale che rappresenta la pulsione sessuale che sarà investita verso se stessi o un oggetto esterno.
Ma perché te ne voglio parlare?
Vedi, ci sono momenti della vita in cui ci si butta più sul lavoro, altri dove investiamo maggiormente sulle relazioni e altri ancora dove disinvestiamo da tutto (Destrudo).
Vi ricordate la danza di Eros (vita) e Thanatos (morte)?
Ecco queste sono le fondamenta.
Se ci pensi ha senso. Usciamo per un momento dal piano simbolico: l’identità ha bisogno di nutrimento esperienziale, di progettualità.
Possiamo dare questo nutrimento partendo dal piano intimo, da quello professionale o ancora affettivo relazionale.
La libido si sposta e viene da noi investita in un’area o nell’altra in base a come ci sentiamo e dove c’è maggior movimento di vita.
Questo spostamento non sempre è intenzionale e spesso è inconscio.
Hai presente quando iperperformi sul lavoro?
O quando ti butti unicamente sulle relazioni fino a creare meccanismi di dipendenza?
Altre volte andiamo via da tutto: l’isolamento.
O ancora spostiamo l’investimento su oggetti meno faticosi e più facilmente accessibili come le sostanze (anche il cibo è una sostanza).
Insomma noi abbiamo bisogno di avere da essere e di trovare una bussola progettuale che ci orienti indipendentemente che realizzeremo o meno quel progetto.
Se proviamo ad agire direttamente potremo sublimare e dare una forma all’esperienza.
Se eviteremo il dolore la libido attuerà inconsciamente il suo spostamento e potremo incontrare anche modi emotivamente faticosi.