Per definire il termine responsabilità sotto intendiamo l’accettazione di ogni conseguenza derivante da un comportamento o da un’azione che abbiamo commesso e che provoca delle conseguenze positive o negative nella propria dimensione esistenziale.
L’essere umano, nella sua vita, si assume un pezzetto di responsabilità ogni volta che compie una scelta riposizionandosi rispetto a degli obiettivi personali da perseguire (ad esempio sarà difficile che Franco tratti male Erica se egli e’ intenzionato ad invitarla per cena e se questo dovesse accadere ci interrogheremmo sul perché Franco abbia deciso di auto sabotarsi).
Eppure capita molte volte nella vita di una persona, che, nonostante vi sia un’apparente chiarezza circa la direzione da prendere in un’area di vita, ad esempio nella sfera affettiva, l’individuo attui un comportamento incoerente volto a sabotare il conseguimento di un obiettivo o che quella stessa persona trasformi il proprio racconto di sé a se stessa e agli altri pur di non affrontare una situazione altrimenti faticosa.
La persona spesso non afferra, nel racconto di sé, questo modo di agire deresponsabilizzato vuoi per paura, vuoi per abitudine. Ad esempio Piero, che si lamenta di non trovare mai lavoro non ricorda, posto di fronte alla domanda circa il suo ultimo invio di CV, quando avesse risposto ad un annuncio lavorativo l’ultima volta. In questo esempio un racconto di sé responsabilizzato ci porta alla traduzione del fenomeno del tipo “Piero non trova lavoro perché non lo cerca” e un racconto di sé deresponsabilizzato ci porta ad una traduzione del medesimo fenomeno del tipo “Piero non trova lavoro perché c’è la crisi”.
Dove voglio arrivare?
Spesso le persone, pur di non fare quel passo faticoso per aprirsi al cambiamento, che genera paura, si raccontano l’esperienza in modo così poco autentico e lontano da sé e da ciò che si prova davvero a livello emotivo, che può generarsi sofferenza psichica anche intensa.
In questi casi l’obiettivo di una buona psicoterapia è quello di condurre la persona ad afferrare un senso più autentico di sé e assume la forma di un percorso di responsabilizzazione.
Il dialogo tra responsabilità e psicoterapia e’ un continuum inscindibile, infatti essere consapevoli della propria responsabilità nella quotidianità significa spesso essere consapevoli di sé e considerarsi come parte attiva nella costruzione della propria vita e non come parte lesa che subisce passivamente la vita in modo deresponsabilizzato.
Per la persona che non accetta le sue responsabilità e che getta la colpa e l’origine dei propri mali sempre e solo sugli altri o sul contesto esterno e’ difficile pensare ad una terapia con risultati ottimali, infatti crescere e trasformarsi presuppone la voglia di mettersi in discussione.
L’apertura al cambiamento di sé passa inevitabilmente dalla posizione nella quale l’individuo si fa autore della propria esistenza.
Se la persona riesce a fare questo passetto preliminare, ecco che la potenza di una psicoterapia sprigiona la sua massima efficacia e può contribuire ad aiutare l’essere umano a compiere quelle svolte esistenziali tanto desiderate e mai afferrate. Si abbandonerà così la dimensione del lamento che genera dolore e chiusura di possibilità di vita e si avrà accesso alla dimensione della crescita che genera autenticità, benessere e vita.